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“Non penso che qualcuno sopravviverà”, ha detto Schiavone, pentito, nella sua testimonianza. “A Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno, gli abitanti sono tutti a rischio di morire di cancro nel giro di una ventina di anni”. Carmine Schiavone era il tesoriere del Clan dei Casalesi, che ha base a Casal di Principe e controlla gran parte del territorio della cosiddetta “Terra dei Fuochi”. Un’area della Campania che comprende 55 municipalità tra le provincie di Napoli e Caserta, tristemente nota per essere la zona più inquinata dell’intera regione, a causa di tonnellate di rifiuti tossici smaltiti illegalmente nel corso degli ultimi 20 anni. Grazie ad accordi con i politici locali e la Camorra, industrie sia italiane che estere hanno tagliato drasticamente gli enormi costi delle procedure legali di smaltimento e hanno occultato abusivamente rifiuti pericolosi, non solo sotterrandoli in campi dove sono presenti allevamenti e aziende agricole, ma anche ricorrendo all’incenerimento (motivo per cui questa zona è stata denominata “Terra dei Fuochi”). Si tratta del più grande disastro ambientale in Italia, che ha ripercussioni sul suolo, sui prodotti agricoli e di allevamento correlati e sulle falde acquifere. Le cavità create appositamente nel terreno e riempite di veleni, l’aria irrespirabile a causa dei miasma e del fumo prodotto dalle pire incendiate, le discariche abusive. Stefano Schirato ritrae con sincerità spiazzante la quotidianità delle persone che qui vivono, tragicamente consapevoli dei rischi sulla salute che corrono ogni giorno. Attraverso dettagli che mettono a nudo il degrado del territorio e il fortissimo impatto che queste attività illecite hanno prodotto, ci mette di fronte a una realtà cruda e molto vicina.
Numero Opere: 40 fotografie in bianco e nero
Formato Fotografie: da 30 x 45 cm a 50 x 70 cm
Tipo di stampe: Stampe digitali su carta Pearl Ultra White
Stefano Schirato, nasce a Bologna 43 anni fa, dove si laurea in Scienze Politiche. Nel 1998 vince una borsa di studio offerta da Nikon e Grazia Neri per un workshop con Paolo Pellegrin (Magnum). Nel 1999 per il sostegno di Emergency pubblica il suo primo libro sul dramma delle mine anti-uomo in Cambogia, “Gli occhi della Cambogia”, con una prefazione di Ferdinando Scianna. Nel 2003 un lungo progetto fotografico sulla vita dei marinai nelle navi sequestrate viene pubblicato in un libro, “Né in terra, né in mare”, con prefazione del Premio Oscar, Giuseppe Tornatore, che visionato il lavoro ne incoraggia una pubblicazione. Negli ultimi anni, Stefano si è diviso tra tematiche sociali e politiche di respiro internazionale e fotografia di scena e backstage degli ultimi film di Giuseppe Tornatore. Collabora come freelance con riviste nazionali ed internazionali (NYTimes, Cnn, Washington Post, Geo International, Le Figaro, Vanity Fair) e dal 2014 è docente di fotogiornalismo a Pescara, città in cui vive, per la scuola Mood Photography, di cui è socio fondatore.