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La notte di Capodanno del 2011 un’autobomba esplode davanti alla Chiesa dei Santi di Alessandria d’Egitto. Riflettendo su questo tragico avvenimento, nel giugno dello stesso anno, la fotografa Linda Dorigo e il giornalista Andrea Milluzzi, decidono di intraprendere un viaggio alla ricerca delle ultime comunità di cristiani del Medio Oriente, una minoranza religiosa spesso oggetto di violenza.
La regione è stata culla del Cristianesimo e, all’epoca dell’Impero Romano, costituiva il centro del mondo cristiano: Alessandria d’Egitto, Antiochia (oggi Antakya nella provincia di Hatay in Turchia) e Costantinopoli erano importanti centri cristiani, accanto a Roma.
Oggi la presenza cristiana in questi luoghi è estremamente frammentata, si calcola che ci siano circa 15 milioni tra fedeli autoctoni e immigrati, ma si tratta di gruppi in forte calo, alcuni a rischio di scomparsa.
Linda Dorigo, insieme ad Andrea Milluzzi, ha attraversato nove paesi Iraq, Iran, Libano, Egitto, Israele, Palestina, Giordania, Siria e Turchia. Per due anni, due mesi e dieci giorni, ha vissuto nei villaggi delle antiche comunità cristiane e ha trascorso le sue giornate a contatto con i protagonisti dei suoi scatti, dormendo nelle loro case per “cercare di raccontare nella maniera più veritiera la loro condizione, le paure, la bellezza del loro quotidiano e dei luoghi che abitano, le piccole cose che fanno sì che, nonostante le difficoltà, le comunità millenarie rimangano, seppure in numero limitato, nei luoghi che le hanno viste nascere”.
Il risultato di questo lungo viaggio è diventato un ampio reportage e una mostra composta di ventisei stampe ai sali d’argento delle foto scattate in pellicola bianco e nero. Un viaggio a ritroso nei secoli che ci separano dalla nostra storia lontana, scandito da incontri, silenzi, confessioni e confidenze, per creare un percorso di consapevolezza che permette di leggere su diversi piani ciò che sta accadendo in quei luoghi e di guardare negli occhi i “testimoni” delle origini della nostra civiltà.
La mostra, parte del più ampio progetto “Rifugio” (da cui è stato tratto anche un libro), invita a riflettere sui nostri valori e aiuta a scoprire luoghi e popoli oltre i pregiudizi dei quali sono spesso vittime. Il nucleo narrativo che unisce le immagini ruota intorno al concetto di “nostalghia” (nolstalgia, dal greco “il dolore del ritorno”) intesa non solo come uno stato psicologico di tristezza e di rimpianto per la distanza da persone o luoghi cari, lo stato d’animo di chi vive una diaspora, ma anche una risposta al sentimento di pericolo incombente sulla propria identità, che prova chi è cosciente di avere solo due scelte: fuggire o restare per mantenere fede alle proprie radici.
Numero e tipologia opere:
• 4 foto BN ai sali d’argento
dimensione 70×100 cm
• 19 foto BN ai sali d’argento
dimensione 40×60 cm
• 9 foto BN ai sali d’argento
dimensione 30×40 cm
Materiale integrativo:
1 video-proiezione
Apparati didascalici:
• 3 citazioni – dimensione 250×150 cm (lingua italiana • inglese • araba • persiana)
• 10 copie plastificate per la consultazione delle didascalie (lingua italiana • inglese)
• 1 testo introduttivo in italiano (dimensione del pannello 100×150 cm)
• 1 testo introduttivo in inglese (dimensione del pannello 100×150 cm)
Dettagli logistici:
le stampe sono stoccate in due casse in provincia di Udine
Linda Dorigo (1983) italiana, giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione. Si interessa al Medio Oriente fin dal 2009. La sua ricerca si focalizza sulla fede, la religione, le minoranze e sulla terra come il luogo nativo e di appartenenza delle proprie radici. Dal 2001 al 2014 ha vissuto a Beirut dove ha portato avanti il progetto “Rifugio”, sulle comunità Cristiane del Medio Oriente. È membro del collettivo indipendente Kineo Film, per lo studio e la ricerca sulla comunicazione audiovisiva. Attualmente sta lavorando ad un progetto a lungo termine sul Grande Kurdistan.