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Considerato da molti l’Indiana Jones della fotografia, senza di lui la fotografia naturalistica non sarebbe la stessa. Reputato il miglior fotografo nel suo campo. Michael ‘Nick’ Nichols, classe 1952, rimane una figura centrale nel mondo del fotogiornalismo degli ultimi quarant’anni. I suoi primi servizi sono stai pubblicati sulla rivista GEO nel 1979, dal 1982 al 1995 è stato membro dell’agenzia Magnum. Dal 1989 al 2015, Nichols ha realizzato oltre venti reportage come fotografo di staff del National Geographic.
Fin dall’inizio della sua carriera, ha avuto un solo obiettivo: mettere in risalto i paesaggi selvaggi e incontaminati e le creature che li abitano. Si è immerso totalmente nel suo lavoro, trascorrendo mesi nei luoghi dei suoi reportage, per avvicinarsi il più possibile agli animali, conoscere i loro habitat e il loro modo di vivere.
Nick Nichols ha lavorato con figure di spicco come Jane Goodall – famosa per la sua ricerca durata 60 anni sulla vita sociale e familiare degli scimpanzé – e Mike Fay, l’attivista ambientale con il quale Nichols ha attraversato l’Africa da est a ovest (Fay ha percorso 3.219 chilometri a piedi dalla foresta pluviale più profonda del Congo fino alla costa atlantica del Gabon, studiando l’ultima grande regione selvaggia dell’Africa.).
Nick Nichols ha dedicato la sua attività alla conservazione degli habitat naturali. Nei suoi lavori, la fotografia si fonde con il giornalismo, ma anche con la scienza e la tecnologia.
“Come fai ad avvicinarti così tanto agli animali?” gli è stato chiesto molte volte. Spesso risponde ironicamente: “È facile, a volte semplicemente non ci sono”. Nichols ha scattato molte foto di questa retrospettiva, suddivisa in quattro grandi sezioni, usando trappole fotografiche.
Questi dispositivi, totalmente impercettibili, consentono al fotografo di essere presente e assente allo stesso tempo. “Ho dovuto insegnare alla mia macchina fotografica a pensare in modo indipendente, al mio posto, e adattarsi, per esempio, alle diverse condizioni di luce …”
L’esposizione offre una vasta panoramica della carriera di Nick Nichols. Le immagini in mostra sono tratte dalla serie dedicata ai leoni del Serengeti; dallo studio sulle tigri indiane Sita e Charger; dal reportage realizzato con Jane Goodall sugli scimpanzé, il suo progetto a lungo termine per documentare la spedizione Megatransect di Mike Fay attraverso l’Africa.
Tute queste immagini sono il risultato di un lavoro scrupoloso. Estremamente coinvolgenti, presentano la natura e le sue creature nella loro condizione reale. Mai abbellite né messe in posa, mostrano gli animali nella loro autenticità, pericolosi, affascinanti e indomabili.
Numero Opere: 75 fotografie in bianco&nero e a colori
Formato Fotografie: dimensioni varie, da 60×60 cm a 150×100 cm
Tipo di stampe: 40 stampe digitali incorniciate; 26 fotografie stampate su tela; 7 fotografie montate su Alu Dbond
Materiale integrativo: 8 video che mostrano il ‘making of’ dei servizi di Nichols sul campo
Catalogo: Michael Nichols, WILD
Edition Lammerhuber
320 pagine, 222 immagini
Copertina rigida
Lingua: inglese
Nato nel 1952 in Alabama, la formazione di Nichols iniziò quando fu arruolato nell’unità di fotografia dell’esercito degli Stati Uniti all’inizio degli anni ’70. Successivamente ha studiato presso la University of North Alabama, dove ha incontrato il suo mentore, il fotografo della rivista Life Charles Moore.
È diventato fotografo di staff della rivista National Geographic nel 1996, di cui è diventato Editor at large nel 2008. Dal 1982 al 1995 è stato membro dell’agenzia Magnum Photos.
Nel corso della sua carriera Nichols ha ricevuto molti premi, tra questi il World Press Photo Award, il Wildlife Photographer of the Year Award, il Sony World Photography Award.
La rivista TIME ha definito la sua foto Surfing Hippo “una delle immagini più influenti di tutti i tempi”.
Nel 2017, la sua mostra personale al Philadelphia Museum of Art è stata visitata da 250.000 persone.
Nick Nichols vive con sua moglie, l’artista Reba Beck, a Sugar Hollow in Virginia.